Sherlock Holmes Bartitsu arte marziale autodifesa Barton-Wright - Kombatnet Wiki

Bartitsu

Bartitsu

Il Bartitsu è un metodo di autodifesa ed arte marziale sviluppato in Inghilterra tra il 1898 ed il 1902 che combina elementi di pugilato, Jujutsu, combattimento con il bastone e Savate (boxe francese). Nel 1903 è stata resa nota come “Baritsu” da Sir Arthur Conan Doyle, autore dei racconti su Sherlock Holmes. Sostanzialmente scomparsa lungo tutto il ventesimo secolo, il Bartitsu sta conoscendo un revival dal 2001 circa.

Nel 1898, Edward William Barton-Wright, un ingegnere inglese che aveva trascorso i tre anni precedenti in Giappone, tornò in Inghilterra e annunciò la creazione di una “Nuova Arte dell’Autodifesa“. Questa arte, sosteneva, combinava i migliori elementi di una gamma di stili di combattimento in un insieme unificato, da lui chiamato Bartitsu.

 

Barton-Wright aveva anche studiato in precedenza “pugilato, wrestling, scherma, savate e uso dello stiletto sotto maestri riconosciuti“, secondo quanto da lui riferito, testando le sue abilità “impegnandosi in duri (combattenti di strada) fino a quando (lui) era soddisfatto della loro applicazione“. Ha definito il Bartitsu (ばちつ) come “autodifesa in tutte le sue forme”; la parola era un portmanteau del proprio cognome e di “Jujitsu


Come spiegato nel dettaglio in una serie di articoli che Barton-Wright produrrà per Pearson’s Magazine tra il 1899 ed il 1901, il Bartitsu fu ampiamente ispirato dallo stile di Jujutsu Shinden Fudo Ryu di Terajima Kunichiro (da non confondere con il SFR taijutsu legato alla organizzazione Bujinkan) e dallo Judo Kodokan. Come prese piede a Londra, il Bartitsu si espanse fino ad incorporare tecniche di combattimento da altri stili di jujutsu come il pugilato inglese, lo schwingen svizzero, la boxe francese (Savate) ed il sistema di difesa con il bastone “la canne” sviluppato dallo svizzero Pierre Vigny. Il Bartitsu includeva inoltre anche un sistema interno per la preparazione atletica.

Bartitsu Art of Self Defense for the weak - Kombatnet

Nelle sue note per una conferenza consegnate alla Japan Society of London del 1901 Barton-Wright ha scritto:

Nel Bartitsu è incluso il pugilato, l’uso dei pugni come mezzo per colpire, l’uso dei piedi sia per attaccare che per difendere, l’utilizzo del bastone da passeggio come sistema di autodifesa. Lo judo ed il jujitsu, che sono tecniche segrete di lotta Giapponese, vengono in nostro aiuto se applicate all’autodifesa. Per assicurare, per quanto sia possibile, una immunità contro le offese in attacchi molesti o risse, bisogna conoscere il pugilato per essere in grado di comprendere il pericolo e la rapidità di un colpo ben assestato e le precise parti del corpo che vengono scientificamente attaccate. Lo stesso, ovviamente, viene applicato all’utilizzo del piede o del bastone. Lo judo ed il jujitsu non sono state immaginate come sistemi di attacco e di difesa contro un pugile o un uomo che ti calcia, ma solo per essere utilizzato qualora si accorci la distanza e per farlo è assolutamente necessario conoscere il pugilato e l’uso del piede.

Tra il 1899 ed il 1902, Barton-Wright ha promosso la sua arte marziale attraverso articoli su riviste, interviste ed una serie di dimostrazioni o “assault at arms” in vari contesti londinesi. Ha inoltre fondato la Bartitsu Academy of Arms and Physical Culture, conosciuta anche come “Bartitsu Club“, al 67b di Shaftesbury Avenue a Soho. In un articolo per il Sandow’s Magazine of Physical Culture vol.6 (gennaio 1901) la giornalista Mary Nugent ha descritto il Bartitsu Club come “… una grande hall sotterranea, scintillante, piastrelle bianche alle pareti e luce elettrica, con “campioni” che si aggirano al suo interno come tigri”.


Bartitsu sistema di autodifesa della Londra vittoriana di Edward William Barton-Wright - Kombatnet Wiki

Attraverso la corrispondenza con il professor Jigoro Kano, fondatore dello Judo Kodokan, ed altri contatti in Giappone, Barton-Wright organizzò un viaggio a Londra per gli jujutsuka Kaneo Tani, Seizo Yamamoto ed il diciannovenne Yukio Tani invitandoli a diventare istruttori al Bartitsu Club. Kaneo Tani e Yamamoto tornarono presto in Giappone ma Yukio Tani restò e fu in breve raggiunto da un altro giovane jujutsuka, Sadakazu Uyenishi. Il maestro d’armi svizzero Pierre Vigny ed il lottatore Armand Cherpillod furono inoltre assunti come insegnanti al Club. Oltre che insegnare alla “Londra bene” i loro compiti includevano anche dimostrazioni pubbliche e match di sfida ad altri fighter che rappresentavano altri stili di combattimento. In aggiunta il Club diventò il quartier generale di un gruppo di scherma antica guidato dal Capitano Alfred Hutton, diventando una base per lo studio delle tecniche di scherma storica. I loro praticanti insegnarono quindi ai membri dell’elite Londinese l’utilizzo della scherma in coreografie di combattimento. È possibile che gli attori Esme Beringer e Charles Sefton, così come lo schermidore Archibald Corble, furono tra gli studenti storici di Hutton al Bartitsu Club.

A metà del 1901 i corsi del Bartitsu si espansero ulteriormente per includere esercizi di respirazione sotto la guida di Kate Behnke.

Oltre alla palestra di combattimento (chiamata “combat gymnasium“) il Bartitsu Club incorporava anche un salone ben equipaggiato di macchinari per l’elettroterapia.


Il club era organizzato sul modello del Victorian Sporting Club: gli aspiranti membri inviavano le loro richieste di partecipazione ad una commissione, che all’epoca includeva sia il Capitano Alfred Hutton sia il Colonnello George Malcolm Fox, l’ex ispettore generale della British Army’s Pyhsical Training Corps. I promoter del club includevano politici come Herbert Gladstone e Lord Alwyne Compton.

Tra i membri del Bartitsu Club c’era Sir Cosmo Duff Gordon, che diventerà più avanti uno dei pochi maschi adulti che sopravviveranno all’affondamento del RMS Titanic, oltre al Capitano F.C. Laing della 12th Bengal Infantry, che scriverà in seguito un articolo sulle tecniche di combattimento con il bastone del Bartitsu, pubblicato nel Journal of the United Service Institution of India. Altri membri noti erano il giornalista e maestro francese di scherma Anatole Paroissien, oltre ai signori Marshall, Collard, Marchant, Roger Noel, Percy Rolt, il luogotenente Glossop ed il capitano Ernest George Stenson Cooke, Frank Herbert Whittow (membri, questi ultimi due, della London Rifle Brigade School of Arms, sotto la direzione del Capitano Hutton) e William Henry Greenfell, primo Barone di Desborough, che venne nominato presidente del Club.

Bartitsu stick fighting - Kombatnet

Barton-Wright in seguito riporterà come, in quel periodo, abbia sfidato e battuto sette uomini più grossi di lui in tre minuti come parte di una dimostrazione di Bartitsu tenutasi alla St.James’s Hall. Tale prodezza gli varrà l’ingresso nel prestigioso Bath Club ed anche un Royal Command per l’apparizione di fronte ad Edoardo VII, Principe del Galles.


Barton-Wright in seguito si ferirà ad una mano per motivi non noti (si vociferava di un combattimento in una strada di Kentish o un incidente in bicicletta) che gli impediranno di apparire di fronte al principe.

Barton-Wright incoraggerà i membri del Bartitsu Club a studiare ognuno dei quattro principali stili da combattimento a mani nude insegnati al club, ognuno dei quali copriva un “range” particolare. Lo scopo era il padroneggiare ogni stile abbastanza bene da poterlo applicare contro un aggressore se necessario. Si trattava di un processo simile al concetto moderno di “cross-training” e si può affermare che lo stesso Bartitsu fosse più un sistema di cross-training che uno stile di arti marziali ben definito.

Sulla base degli scritti di Barton-Wright al riguardo, è evidente come il Bartitsu ponesse grande enfasi sul sistema di combattimento con il bastone di Vigny per la lunga distanza e sul jujutsu (ed in secondo luogo lo stile “all-in” della lotta europea) per il grappling. La savate ed altri metodi di pugilato erano utilizzati nelle transizioni tra questi due range o come mezzi di prima risposta in caso il difensore non fosse armato con un bastone da passeggio, oltre che come pratica difensiva a sé stante.


La parte di combattimento con il bastone era basata su due elementi base del Bartitsu, ossia la finta per poi colpire preventivamente o l’ingannare l’opponente con una posizione che invitasse a colpire. Le posizioni di difesa adottate, con guardia alta e con guardia “doppia”, consentivano di colpire con gli arti e con il bastone ogni parte del corpo dell’avversario: viso, testa, gola, gomiti, mani, polsi, plesso solare, ginocchia e tibie. Erano inoltre incluse spazzate, proiezioni ed atterramenti, in un sistema che fondeva la lotta con il bastone di Vigny con il jujutsu.

Barton-Wright sosteneva di aver modificato le tecniche del pugilato e della Savate per scopi di autodifesa, allontanandosi dall’allenamento accademico e dalla pratica sportiva, per evitare che l’attaccante si ferisse a sua volta attaccando con i pugni e con i calci. Così le tecniche di combattimento non armato del praticante di Bartitsu prevedevano lo “smontare” una aggressione utilizzando la difesa tipica del pugilato e della Savate per poi finire il combattimento con il Jujutsu, che Barton-Wright considerava chiaramente, all’epoca, una sorta di “arma segreta” in un’era in cui poteva essere appreso solo ed unicamente nella sua accademia di Shaftesbury Avenue.

Secondo l’intervistatrice Mary Nugent, Barton-Wright istituì un insolito sistema educativo dove gli studenti erano innanzitutto chiamati a partecipare a lezioni private prima di poter partecipare a lezioni di gruppo. È evidente che le lezioni di Bartitsu includevano esercizi predefiniti, specialmente nel caso di tecniche troppo pericolose per poter essere eseguite a piena velocità ed a contatto, come accadeva nello sparring che includeva scherma e combattimento a corpo libero. Secondo un articolo non firmato pubblicato su “The Sketch” il 10 aprile 1901 queste sessioni di allenamento includevano alcuni elementi di “circuit training” dove gli studenti ruotavano tra piccoli gruppi dove ogni insegnante spiegava aspetti differenti della disciplina.


Bartitsu arte marziale e tecnica di autodifesa della Londra vittoriana di Edward William Barton-Wright - Kombatnet Wiki

Molte tecniche di autodifesa del Bartitsu furono esemplificate da Barton-Wright stesso nella sua serie di articoli per Pearson’s Magazine. I dettagli specifici delle tecniche di bastone usate nel Bartitsu saranno invece definite nel dettaglio in un articolo scritto dal Capitano Laing.

Attorno al 1902 il Bartitsu Club perderà attrattiva e non sarà più attivo come scuola di arti marziali. Non sono certe le motivazioni che hanno portato alla chiusura del Club, ma l’istruttore di jujutsu William Garrud indicherà le quote di iscrizione e le rette troppo alte come motivazione principale. È possibile che Barton-Wright abbia semplicemente sovrastimato il numero di Londinesi benestanti che potessero mostrare interesse nel suo esotico sistema di autodifesa.

L’ultima attività registrata del Bartitsu Club è stato un tour di esibizioni e tornei in sedi come l’Università di Cambridge, la Oxford Town Hall, la Shorncliffe Army Camp in Kent, la Mechanics Institute Hall a Nottingham e l’Adelphi Theatre di Liverpool tra gennaio ed aprile 1902.


In seguito molti degli ex dipendenti di Barton-Wright, tra i quali lo jukutsuka Yukio Tani, Sadakazu Uyenishi e l’esperto svizzero di autodifesa Pierre Vigny aprirono le loro proprie palestre di autodifesa e sport da combattimento a Londra. Dopo una accesa discussione con Barton-Wright che si tramutò in un combattimento, Tani continuerà a lavorare come lottatore nei “music-hall”, sotto la furba supervisione manageriale di William Bankier, noto per le sue dimostrazioni di forza e per l’edizione di una sua rivista, con il nome d’arte di “Apollo“. Gli sforzi di Bankier per promuovere Tani aiuteranno a diffondere a livello internazionale l’interesse per il jujutsu iniziato proprio da Barton-Wright, cosa che porterà alla pubblicazione di numerosi libri ed articoli di riviste specializzate così come l’apertura di varie scuole di jujutsu in tutto il mondo occidentale. La moda per il jujutsu continuerà fino agli inizi della Prima Guerra Mondiale e farà da apripista per le varie discipline marziali giapponesi nella cultura popolare occidentale: nonostante ciò, il Bartitsu non vedrà alcuna rinascita durante la vita di Barton-Wright.

Il Bartitsu sarebbe stato completamente dimenticato se non fosse stato per una criptica citazione da Sir Arthur Conan Doyle in una delle sue storie del mistero legata al personaggio di Sherlock Holomes. Nel 1903 Conan Doyle aveva fatto ritornare Holmes per una ulteriore storia, “The Adventure of the Empty House“, dove Holmes spiegava la sua vittoria contro il Professor Moriarty nel combattimento alle Reichenbach Falls tramite l’utilizzo del “Baritsu, metodo di lotta giapponese, che mi è tornato utile più di una volta”.

Il termine “baritsu” non esisteva da alcuna parte al di fuori delle pagine della versione inglese di “The Adventure of the Empty House” e di un articolo del 1901 del Times a titolo “Japanese Wrestling at the Tivoli“, che riguardava una dimostrazione di Bartitsu a Londra dove il termine “Bartitsu” era stato erroneamente trascritto come “Baritsu“. È possibile che Conan Doyle abbia utilizzato l’articolo del 1901 come fonte, copiando il termine errato “baritsu“, considerando anche la descrizione incompleta di “Japanese wrestling” ripresa dal titolo.


Considerando la popolarità delle storie di Sherlock Holmes, il fatto che Holmes avesse attribuito la sua sopravvivenza e vittoria contro Moriarty al “baritsu” e non al “Bartitsu“, inizialmente l’arte marziale di E.W. Barton-Wright non beneficiò della notorietà indiretta che il racconto di Sir Arthur Conan Doyle le avrebbe potuto fornire. In un articolo per l’annuale natalizio di The Baker Street Journal del 1958, il giornalista Ralph Judson identificò correttamente il baritsu con il Bartitsu, ma il suo articolo cadde nel dimenticatoio. Durante il 1980 i ricercatori Alan Fromm e Nicolas Soames riaffermarono la relazione tra “baritsu” e Bartitsu, e dal 1990 studiosi come Yuichi Hirayama, John Hall, Richard Bowen e James Webb documenteranno ed identificheranno con precisione l’arte marziale praticata da Sherlock Holmes.

E.W. Barton-Wright passerà il resto della sua vita lavorativa lavorando come fisioterapista utilizzando innovative (e talvolta controverse) forme di cura che utilizzavano calore, luce e radioterapia. Continuerà ad utilizzare il termine “Bartitsu” riferendosi questa volta ai suoi vari sistemi terapeutici. Nel 1950 verrà intervistato da Gunji Koizumi per un articolo che comparirà nella newsletter di Budokwai e più tardi nello stesso anno verrà presentato alla platea di un raduno di Budokwai a Londra come “il pioniere del jiujitsu in Gran Bretagna“. Barton-Wright morirà nel 1951 all’età di 90 anni e verrà tumulato, come riporta lo storico delle arti marziali Richard Bowen, in una “tomba da povero”.

Sotto numerosi punti di vista E.W. Barton-Wright fu un visionario. Fu uno dei primi europei noti per aver studiato le arti marziali giapponesi e quasi sicuramente il primo ad insegnarle in Europa, l’Impero Britannico o le Americhe. Il Bartitsu fu la prima arte marziale che combinava stili di combattimento asiatici ed europei integrandoli in un sistema di difesa civile/urbano in una società non armata. In questo Barton-Wright ha anticipato l’approccio del Jeet Kune Do di quasi settant’anni. Una simile filosofia di eclettismo pragmatico fu ripresa dai primi specialisti dell’autodifesa del ventesimo secolo, tra i quali Percy Longhurst, William Garrud e Jean Joseph-Renaud: ognuno di loro ha studiato con ex insegnanti del Bartitsu Club.


Nel 1906 Renaud introdusse una disciplina simile in Francia chiamata “Défense Dans la Rue” per contrastare la crescente violenza diffusa nelle strade dell’epoca. Era un mix di pugilato, savate e jiu-jitsu ereditato dal Bartitsu ed ha avuto eco in autori contemporanei come Èmile André e George Dubois, a loro volta influenzati dal maestro d’armi Joseph Charlemont. Nel 1920 l’insegnante di cultura fisica Mario Aleixo ha pubblicato un articolo per la rivista Eu Sei Tudo riguardo la sua “Defesa Pessoal” che fondeva capoeira, jiu-jitsu, pugilato, lotta greco-romana e tecniche di combattimento portoghesi con il bastone.

La serie di articoli illustrati di Barton-Wright per Pearson’s Magazine ha reso popolare l’argomento dell’autodifesa in riviste e giornali, cosa estremamente rara in precedenza ma che diventerà un topic comune nella prima decade del ventesimo secolo.

E.W.Barton-Wright è inoltre ricordato come un antesignano della promozione delle arti marziali miste (MMA) in cui esperti di differenti discipline da combattimento si affrontavano secondo regole comuni. I campioni di Barton-Wright, tra i quali Yukio Tani, Sadakazu Uyenishi ed il lottatore svizzero di Schwingen Armand Cherpillod hanno goduto di un notevole successo in questi contesti, anticipando il fenomeno delle MMA di quasi un secolo.


Il Bartitsu Club è stato tra le prime scuole di questo tipo in Europa ad offrire corsi di autodifesa femminile, una pratica poi ripresa dopo la chiusura del Club da studentesse di Yukio Tani e di Sadakazu Uyenishi, tra le quali Edith Margaret Garrud ed Emily Watts. Mrs. Garrud ha aperto il suo dojo di jujutsu a Londra insegnando la disciplina da combattimento a membri del movimento delle Suffragette, tra le quali l’unità clandestina di guardie del corpo del Women’s Social and Political Union, stabilendo così una prima associazione tra l’allenamento per autodifesa e la filosofia politica del femminismo.

Il Bartitsu insegnato come autodifesa femminile per le Suffragette - Kombatnet Wiki

Nel 2001, il sito web dell’Electronic Journals of Martial Arts and Scienses (EJMAS) ha cominciato a ripubblicare gli articoli di Barton-Wright che sono stati scoperti negli archivi della British Library da Richard Bowen. Immediatamente gli articoli “Self Defence with a Walking Stick” hanno attirato un piccolo culto di seguaci ed è stato ripostato in numerosi altri siti web. Nello stesso anno sono state tenute dimostrazioni di combattimento con il bastone del Bartitsu alle Royal Armouries a Leeds, Regno Unito.

Nel 2002 è stata fondata una associazione internazionale di appassionati di Bartitsu con il nome di “The Bartitsu Society” per far rivivere la “New Art of Self Defence” di E.W.Barton-Wright. L’associazione si occupa di ricerca ed allenamento in due filoni principali: il Bartitsu “canonico” (quello dettagliatamente illustrato e spiegato da Barton-Wright nei suoi scritti) ed un “neo-Bartitsu“, integrato con gli appunti e gli scritti degli insegnanti del Bartitsu Club e dei loro studenti tra il 1899 ed il 1920.


Il revival moderno punta a preservare gli scritti ufficiali ed a continuare gli esperimenti di Barton-Wright in allenamenti interdisciplinari che fondano la kickboxing, il pugilato ed il combattimento con il bastone come erano praticati attorno al 1901, consci del fatto che siano stati lasciati come “work in progress” quando il Club è stato chiuso. Per questa ragione il revival è considerato deliberatamente anacronistico, collaborativo e viene considerato “open source“.

Dal 2003 in avanti i membri della Bartitsu Society hanno cominciato a tenere corsi e seminari su vari aspetti dell’arte del combattimento figurato in tutto il mondo. Sono state aperte classi di Bartitsu al Cumann Bhata Dayton, alla Academie Duello di Vancouver, all’Alte Kampfkunst di Wuppertal, in Germania, al Briercrest College and Seminary di Caronport, Saskatchewan ed alla Forteza Fitness and Martial Arts di Ravenswood, Chicago tra i tanti.

Nell’agosto 2005 la Bartitsu Society ha pubblicato un libro, The Bartitsu Compendium, edito da Tony Wolf. Il Compendium riporta dettagliatamente la storia dell’arte marziale e tutti gli elementi del Bartitsu canonico. Il secondo volume pubblicato ad agosto 2008 comprende risorse del neo-Bartitsu riprese sia dai manoscritti di Barton-Wright sia dai manuali di autodifesa dei suoi colleghi e studenti. I proventi dalle vendite di tali pubblicazioni assieme alla serie di DVD “The Martial Art of Sherlock Holmes” sono stati utilizzati per creare un memorial per E.W.Barton-Wright e per diffondere ulteriormente il Bartitsu nel mondo.


A ottobre 2006 è nato il sito bartitsu.org con numerose risorse sulla pratica marziale del Bartitsu e sulla storia del suo fondatore.

Ad agosto 2009 la Bartitsu Society ha annunciato la produzione di un documentario sulla vita di Barton-Wright e la sua arte marziale, che sarà poi pubblicato a marzo 2011.

Nel 2010 è iniziato un tour di seminari da parte di Tony Wolf per diffondere la conoscenza del Bartitsu sulla West Coast, per poi espandersi alla Northwest Fencing Academy e poi alla Academia Duellatoria in Oregon. In seguito altri seminari sono stati tenuti alla School of Acrobatics and New Circus Arts di Seattle, Washington ed alla Academie Duello di Vancouver, British Columbia.


Dal 26 al 28 agosto 2011 si è tenuto a Londra il primo seminario/conferenza della Bartitsu School of Arms, ripetuto poi dal 7 al 9 settembre 2012.

Nel 2017 il Bartitsu è stata fondata una accademia chiamata “Neo-Bartitsu Columbus“, a Columbus, Georgia, che pratica uno stile di Bartitsu integrato con più sistemi di difesa ed attacco, introducendo l’utilizzo del coltello.

Sono stati pubblicati da allora numerosi articoli sul Bartitsu su riviste specializzate e testate giornalistiche di rilevanza internazionale come Classical Fighting Arts, Western Martial Arts Illustrated, The Journal of Asian Martial Arts, SteamPunk Magazine, Rugged Magazine, Breaking Muscle, The Wall Street Journal, The Atlantic, the Chicago Tribune, The Chap, History Today, de Volkskrant, New City, His Vintage Life, the Epoch Times, Ozy Media e Clarkesworld Magazine.


Il Bartitsu è stato inoltre portato in televisione nel The One Show, Sunday Brunch ed in Everybody was Kung Fu Fighting: the Rise of the Martial Arts in Britain, un episodio della serie di documentari Timeshift su BBC Four.

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Constantine "Cus" D'Amato (17 gennaio 19084 novembre 1985) è stato un manager e allenatore di boxe americano che ha guidato e plasmato le carriere di pugili come  Floyd Patterson, José Torres e Mike Tyson, tutti inseriti nell'International Hall of Fame della boxe. Diversi allenatori di boxe di successo, tra cui Teddy Atlas e Kevin Rooney, sono stati istruiti da D'Amato. D'Amato era un sostenitore dello stile di boxe "peek-a-boo", in cui il pugile tiene i guanti al viso con guardia molto chiusa e schiva lateralmente per entrare nella guardia avversaria e connettere alla corta distanza, stile che fu criticato da alcuni perché si credeva che un attacco efficiente non potesse essere lanciato da quella posizione. Leggi tutto l'articolo...
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Gus Lesnevich Gustav George Lesnevich (22 febbraio 1915-28 febbraio 1964) è stato un pugile americano, detentore del titolo di campione del mondo dei pesi massimi leggeri (era alto 1,75 m). Durante gli anni quaranta del Novecento regnò assieme a grandi campioni in un'epoca d'oro per la nobile arte, condividendo la scena con nomi come Joe Louis, Rocky Graziano e Sugar Ray Robinson. Leggi tutto l'articolo...
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Martine Michieletto

Martine Michieletto è una kickboxer e thaiboxer italiana, campionessa ISKA di K-1 nei pesi piuma e già campionessa WKU di Muay Thai, vincitrice ad ONE Fight Night 11 contro Amber Kitchen. Ad ottobre 2022 è classificata come la sesta migliore donna kickboxer pound-for-pound da Beyond Kick. Nata il 21 settembre 1991 ad AostaMichieletto ha praticato atletica a livello  agonistico per molti anni. Ha iniziato a praticare sport da combattimento nel 2010 sotto la guida del M° Manuel Bethaz nell'ASD Fighting Club Valle d'Aosta, passando professionista solo due anni dopo e combattendo agevolmente sotto ogni regolamento (K-1Fight CodeMuay Thai Full Rules). Leggi tutto l'articolo...
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Chatri Trisiripisal, noto durante il suo periodo da fighter anche come Chatri Sityodtong e Yodchatri Sityodtong, è un imprenditore thailandese e istruttore di arti marziali che vive a Singapore, fondatore e CEO di ONE Championship. Leggi tutto l'articolo...
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Suntukan Panantukan Pangamot Pakamot Sumbagay Mano Mano - Kombatnet

Suntukan

Il Suntukan è la componente di striking delle arti marziali filippine. Nella regione insulare centrale delle Filippine di Visayas è conosciuto come Pangamot, Pakamot, Sumbagay o come Mano-mano e spesso indicato nei circoli di arti marziali occidentali della scuola di Dan Inosanto come Panantukan. Sebbene sia chiamata anche boxe filippina, questo articolo riguarda l'arte marziale filippina e non deve essere confuso con lo sport occidentale della boxe praticato nelle Filippine. Leggi tutto l'articolo...