Turki Alalshikh: Super Lega del pugilato con un solo campione per categoria e PPV più economiche
Turki Alalshikh, Ministro dell’Intrattenimento dell’Arabia Saudita, è pronto a cambiare per sempre il panorama del pugilato mondiale. Con un ambizioso progetto da 4 miliardi di dollari, Alalshikh mira a unificare le cinture di campionato sotto un’unica grande lega, coinvolgendo i principali promoter internazionali come Eddie Hearn, Frank Warren, Bob Arum e Oscar De La Hoya. Il suo obiettivo: tornare a un solo campione per ogni categoria di peso, ridurre i costi della Pay Per View e combattere la pirateria dei contenuti sportivi. Ecco come Sua Eccellenza intende rivoluzionare il pugilato, ispirandosi al modello di successo della UFC e creando una nuova era di match di livello accessibili a tutti i fan.
Un progetto da 4 miliardi di dollari per unificare il pugilato
Turki Alalshikh, 42 anni, è da sempre un appassionato di pugilato e negli ultimi anni ha avuto un impatto rivoluzionario nel mondo della Nobile Arte. Come Ministro dell’Intrattenimento dell’Arabia Saudita, Alalshikh ha già organizzato alcuni dei match più spettacolari della storia recente, riuscendo a mettere insieme i migliori pugili e promoter del mondo. Ora, il suo prossimo passo è ancora più ambizioso: creare una SuperLega di pugilato che riporti la disciplina a un unico campione per ogni categoria di peso.
Il progetto, che coinvolge i quattro principali promotori internazionali – Eddie Hearn (Matchroom), Frank Warren (Queensberry Promotion), Bob Arum (Top Rank) e Oscar De La Hoya (Golden Boy Promotions) – prevede un investimento iniziale di 4 miliardi di dollari da parte del Saudi Arabia Public Entertainment Fund.
Questa somma sarebbe destinata a creare un programma di selezione rigoroso che porterà a un solo campione per categoria, eliminando l’attuale frammentazione che vede la presenza di quattro enti principali (WBC, WBA, IBF, WBO) e 68 campioni del mondo in 17 categorie di peso. Un numero che Alalshikh ha definito “una follia“.
Verso una nuova era del pugilato mondiale
Alalshikh vorrebbe che la sua lega funzionasse come la UFC nel mondo delle arti marziali miste: un’unica entità che organizza gli incontri tra i migliori, senza le complicazioni dovute alla politica dei vari promoter. “Abbiamo un piano per il futuro di creare qualcosa come una lega“, ha dichiarato in un’intervista a talkSPORT. “Non abbiamo ancora discusso delle cinture, ma secondo la mia opinione 68 campioni del mondo è un numero assurdo.”
Secondo Alalshikh, la creazione di una SuperLega eliminerebbe la frammentazione e porterebbe maggiore legittimità e chiarezza nel mondo del pugilato. Per riuscire in questa impresa, il Saudi Public Investment Fund (PIF) è in trattative con i principali stakeholder del pugilato mondiale per creare un’entità unificata che potrebbe valere fino a 5 miliardi di dollari.
Ridurre i costi della Pay Per View: un nuovo modello economico per il pugilato
Oltre alla riorganizzazione del pugilato mondiale, Alalshikh ha anche promesso di ridurre i costi degli eventi in Pay Per View (PPV), un fattore cruciale per avvicinare il grande pubblico al pugilato e combattere la pirateria. I prezzi elevati della PPV, che hanno raggiunto anche i 90 dollari per un campionato del mondo negli Stati Uniti, hanno spinto molti fan a rivolgersi a mezzi illegali per seguire i match. Solo durante l’ultimo incontro tra Tyson Fury e Oleksandr Usyk, ben 20 milioni di persone hanno guardato il match illegalmente, causando un danno di 95 milioni di sterline ai titolari dei diritti.
Per affrontare questo problema, Alalshikh intende ridurre drasticamente i costi delle trasmissioni PPV, partendo già dall’incontro tra Anthony Joshua e Daniel Dubois in programma per il 21 di questo mese. L’obiettivo è offrire le trasmissioni PPV a meno di 20 sterline nel Regno Unito e 20 dollari nel resto del mondo, una mossa che secondo Alalshikh aumenterebbe il numero di tifosi disposti a pagare per vedere gli incontri legalmente e contribuirebbe a combattere la pirateria.
La visione a lungo termine di Turki Alalshikh Alalshikh ha già ottenuto grandi successi nel mondo del pugilato, organizzando eventi di alto livello come l’unificazione del titolo dei pesi massimi tra Tyson Fury e Oleksandr Usyk, il primo in 25 anni. Grazie alla sua visione e agli ingenti investimenti del governo saudita, Alalshikh ha reso Riyadh una delle nuove capitali del pugilato mondiale, attirando grandi nomi come Anthony Joshua, Deontay Wilder, Terence Crawford e Dmitry Bivol.
Il prossimo passo è espandere ulteriormente il pugilato al di fuori dell’Arabia Saudita, con eventi programmati negli Stati Uniti e nel Regno Unito nei prossimi mesi. Turki Alalshikh non si accontenta di essere solo un grande sostenitore del pugilato; vuole lasciare un segno duraturo, rendendo lo sport più accessibile e trasparente per i fan di tutto il mondo.
Un progetto ambizioso tra critiche ed elogi
“Finora, ciò che Turki Alalshikh ha portato alla boxe è stato fantastico“, ha detto Chris Algieri nell’episodio di mercoledì di “Deep Waters” di ProBox TV. “Lo sport ha raggiunto il suo massimo storico, [con] alcuni grandi match nelle classi inferiori, poi Turki è arrivato e ha reso di nuovo interessante la divisione dei pesi massimi. Davvero hot“.
Secondo Algieri, ex detentore del titolo mondiale nelle 140 libbre, la boxe è “sana” tanto quanto è “sana” la divisione dei pesi massimi.
Paulie Malignaggi, ex campione dei pesi welter, non è entusiasta dei cosiddetti “fantasy fights” che Alalshikh ha menzionato, come l’idea di far combattere il campione dei pesi mediomassimi Saul “Canelo” Alvarez contro Terence Crawford, che è stato campione indiscusso dei pesi welter. Malignaggi ritiene che tali incontri siano troppo focalizzati su superstar già affermate e rischiano di escludere molti contendenti meritevoli. Secondo Malignaggi è importante includere anche i contendenti nei match, non solo i campioni già affermati. Secondo lui, c’è il rischio di creare una “cerchia di fiducia” che escluda molti pugili validi, impedendo loro di avere l’opportunità di competere e mettersi in luce.
Se il progetto della lega prevede la creazione di tornei con diversi campioni esistenti, come ad esempio quelli della categoria dei 140 libbre dove ci sono quattro detentori di titoli mondiali, Malignaggi suggerisce di “selezionare” i campioni e poi riempire il tabellone del torneo con i contendenti scelti da consulenti qualificati. In questo modo, si garantirebbe una competizione più ampia e aperta. Malignaggi vorrebbe evitare di vedere sempre gli stessi pugili combattere tra loro. Vuole che vengano organizzati incontri tra i migliori campioni, come Shakur Stevenson, un campione imbattuto in tre divisioni, contro il campione di livello superiore.
L’ambizioso progetto di Turki Alalshikh potrebbe rappresentare una vera e propria rivoluzione nel mondo del pugilato: se il suo piano avrà successo, il pugilato mondiale potrebbe entrare in una nuova era, più simile a quella della UFC, dove solo i migliori combattono i migliori, per la gioia di tutti i fan.
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