Dmitry Bivol eletto “Fighter of the Year” 2022 dalla rivista The Ring
Solo l’anno scorso Dmitry Bivol di questi tempi vedeva il suo futuro incerto. Considerato da tutti semplicemente un rispettabile detentore di un titolo, era piuttosto sconosciuto al grande pubblico. Nonostante avesse difeso più volte la sua cintura WBA dei massimi leggeri, ancora Bivol non sembrava aver ottenuto “quel” risultato che gli consentisse di entrare nell’Olimpo dei più grandi.
Ma dopo le sue vittorie contro Saul “Canelo” Alvarez e Gilberto Ramirez, si può dire che si sia imposto come uno dei più importanti personaggi della Nobile Arte: forse non una star ma di sicuro un gigante del pugilato.
Per questo The Ring Magazine ha deciso di premiarlo con il riconoscimento “Fighter of the Year” dell’anno 2022.
Si è capito quanto fosse cambiata la sua immagine pubblica quando camminando nell’atrio del LAX Hyatt Regency il giorno dopo il Ringraziamento è stato assalito dai fan – che avevano assistito al peso per l’incontro tra Regis Prograis e Jose Zepeda – che gli hanno chiesto foto e autografi. Man mano che si diffondeva la voce della sua presenza, sempre più persone si sono iniziate a radunare intorno a lui e la sera successiva, al Dignity Health Sports Park di Carson, in California, ha fatto un bagno nella folla che usciva dall’evento.
“Chiaramente è tutto diverso“, Bivol ha detto tramite i social. “Un sacco di persone mi conoscono, soprattutto nel mondo del pugilato. Il prossimo passo è farmi conoscere da un sacco di persone fuori dal mondo della boxe“.
“Me ne rendo conto. Quando sono con la mia famiglia, le persone mi riconoscono. Vogliono una foto, mi porgono i loro omaggi. Mi piace“.
Che cosa è cambiato quindi? Bivol è stato sempre un grande pugile con ottima tecnica e disciplina. Ha fatto carriera, soldi e li ha messi da parte, garantendosi una vita agiata. Tuttavia, passati i 30, ha avuto il sentore che i suoi anni migliori fossero andati sprecati ed ha lavorato per far sì che il 2022 diventasse un anno di svolta per la sua carriera.
“Non me ne preoccupavo troppo, sapevo come andavano le cose: credevo solo di dover ancora dimostrare chi fossi e volevo arrivare pronto all’occasione, attendendo con pazienza che accadesse” ha detto Bivol.
Si parlava già di un match contro Canelo ad autunno 2021 ma la stella messicana si è accordata per un match contro Caleb Plant, per collezionare l’unico titolo mondiale dei pesi medi che non possedesse già. Mentre Canelo completava la sua collezione, Bivol si è perfezionato ed ha testato le sue abilità contro un Umar Salamov ben al di sotto delle sue possibilità, battendolo quasi senza sudare in Russia, in attesa dei negoziati per il match contro Alvarez.
E finalmente l’occasione è arrivata. Canelo aveva già testato i pesi massimi leggeri battendo Sergey Kovalev nel 2019 ed era già campione indiscusso dei medi. Il manager di Bivol Vadim Kornilov, che sentiva il peso del tempo nella carriera di Bivol, ha detto a The Ring: “Matchroom e noi siamo partner. Ho sempre detto che questo match fosse importante per noi come una sfida sportiva, non come un’impresa per incassare soldi. Ci interessava vincere“.
La notte del 7 maggio 2022 alla T-Mobile Arena di Las Vegas Bivol è arrivato come il grande sfavorito, con vittorie di poco conto su pugili come Salamov, Craig Richards e Lenin Castillo. Canelo, d’altro canto, sembrava inarrestabile, all’apice della sua carriera e del suo valore di mercato. Tutti pensavano fosse il migliore del mondo, pound-for-pound.
Ma Bivol non si sentiva una semplice vittima sacrificale per la star del momento.
Nel weekend del Cinco De Mayo, Canelo è entrato sul ring da divo, mentre Bivol era già sul ring, nonostante fosse lo sfidante al titolo.
Bivol si è divertito: “È stato motivante. Io sono salito sul ring per combattere: lui è salito sul ring per autocelebrarsi“.
Nei primi round è apparso subito evidente che le entrate e le rimesse di Bivol, la sua velocità e le sue combinazioni rapide stavano impedendo a Canelo di entrare nel match. Riusciva a schivare qualche colpo, ma non tutti quelli del russo, mentre un silenzio preoccupato calava sul pubblico, costituito principalmente da fan messicani di Canelo.
Bivol non si è limitato a difendere il territorio: ha voluto spiegare chi fosse in controllo della situazione, pressando Canelo alle corde al quinto round con una serie di uno-due. Canelo ha provato a tornare in controllo del match ma Bivol ha risposto con una semplice scrollata di spalle.
Il russo non ha semplicemente battuto Alvarez di pugilato: l’ha surclassato tecnicamente. Ad onor del vero, le dimensioni hanno giocato un fattore importante e Canelo non è mai stato in grado di scalfire la corazza di Bivol, le cui mani erano sempre a protezione del “colpo giusto” che il messicano ha cercato per tutto l’incontro, senza trovarlo.
“Il match è andato come mi aspettavo. Non ci sono state sorprese” ha detto Bivol. “Durante il match, mi aspettavo usasse un sacco di schivate, di movimento di testa. L’ha fatto bene. Sono andato a vuoto con un sacco di colpi, ma tutto era sotto controllo“.
Kornilov ha detto di essere sorpreso che i giudici abbiano dato la vittoria per decisione unanime a Bivol: si sentiva che se non fosse riuscito a mandare KO Canelo, il suo pugile non avrebbe vinto. “Ma di sicuro ha fatto più che abbastanza per meritarsi la vittoria“.
Si è trattata di una vittoria da manuale per Bivol, una di quelle che non solo ti proietta in un altro scaglione fiscale, ma che eleva il tuo status nello sport.
“Canelo è un bravo ragazzo. È forte, una grande star, veramente. Tutti i suoi match sono così, io ho avuto solo un match a questo livello“.
Mentre Canelo cercava la trilogia con Gennadiy Golovkin a settembre, Bivol si rivolgeva al suo sfidante obbligatorio, Gilberto “Zurdo” Ramirez, con un impressionante record di 44 vittorie (delle quali 30 per KO) e zero sconfitte. Ramirez arrivava tranquillo, con la confidenza di chi conosce l’avversario, essendo stato uno sparring partner di Bivol.
Al suono della campana, il 5 dicembre ad Abu Dhabi, tutti pensavano che le dimensioni di Ramirez, ben diverse da quelle di Canelo, avrebbero giocato un ruolo decisivo: così non è stato, e Bivol ha pressato dall’inizio alla fine Ramirez, dominando il match ed ottenendo una vittoria per decisione unanime.
In un’epoca dove i pugili di livello mondiale combattono raramente, circa un paio di volte all’anno, nessuno può vantare la qualità dei match di Bivol, per risultati, tecnica, tattica e stile.
Kornilov ancora pensa sia sottovalutato e crede che molti non lo gli diano il giusto credito. “Stiamo ancora lavorando per far sì che non ci sia più nessuno che dubiti del suo valore“.
Ad oggi Bivol è il numero 6 pound-for-pound nella classifica della rivista The Ring ed il numero 1 nei massimi leggeri.
“Devo ammettere che Dmitry Bivol è il numero 1 pound-for-pound” ha detto Eddie Hearn ai microfoni di Matchroom Boxing.
C’è un sacco di rumore attorno alla sua figura per il 2023: c’è chi crede che un rematch con Alvarez sia dovuto, altri pensano che sia obbligatorio uno scontro con Beterbiev, ma Bivol è stato chiaro: “Non si tratta dei nomi, si tratta delle cinture. Oggi è Beterbiev, magari domani potrà essere Anthony Yarde“.
Yarde affronterà Beterbiev a gennaio nel Regno Unito, mentre Canelo avrà da sbrigare la pratica John Ryder a maggio. Non c’è dubbio che un match con la “gallina dalle uova d’oro” messicana possa essere l’opzione più vantaggiosa in termini economici per Bivol. “Preferisco andare avanti e combattere per un’altra cintura” ha detto il campione. “Ma non è certo una brutta idea combattere ancora contro Canelo“.
Dopo tutto, non si tratta solo della gloria.
Tuttavia il russo ha le idee chiare anche sul piano del marketing: “Le cinture sono più importanti perché con esse posso fare più soldi” ha detto ridendo.
“Amo i soldi, ovviamente, ma se pensassi solo ad essi non sarei qui“.
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