Ramla Ali
Ramla Said Ahmed Ali, nata il 16 settembre 1989, è una pugile e modella professionista di origine somala. È stata la prima pugile somala a rappresentare il proprio paese ai Giochi Olimpici e attualmente ricopre il ruolo di ambasciatrice globale per i marchi Cartier e Christian Dior. Ramla è stata la prima donna della storia a partecipare a un incontro di boxe professionistico in Arabia Saudita.
Ramla Ali è nata in Somalia e, a causa della guerra civile, si è trasferita in Inghilterra come rifugiata insieme alla sua famiglia. Non ha conosciuto i dettagli della sua storia finché il suo attuale marito Richard Moore ha cominciato ad interessarsene, poco dopo aver iniziato a frequentarla, nel 2016.
Suo fratello Abdulkadir è stato colpito da una granata mentre giocava all’aperto: suo padre e suo fratello l’hanno portato di corsa in ospedale caricandolo su una carriola non avendo altri mezzi di trasporto, ma la corsa è risultata vana ed il giovane è morto a soli 12 anni. La sua famiglia ha lasciato quindi la Somalia, troppo pericolosa per vivere. Ammassati su una nave, sono salpati dalla città portuale somala di Kismayo diretti a Mombassa, Kenya, più di 500 km a sud. Durante il viaggio di 9 giorni su una barca senza viveri in mare, diretti verso il Kenya numerose persone sono morte e Ramla ha vissuto momenti terribili. Sono rimasti in Kenya circa un anno, cercando di mettere da parte denaro e documenti falsi per trovare rifugio in Europa. Dal Kenya è riuscita infine a partire, diretta verso l’Inghilterra: è atterrata ad Heathrow nel novembre 1992 richiedendo asilo politico come rifugiata e non ha più lasciato la Gran Bretagna.
“Se avessi conosciuto queste storie prima avrei potuto dare conforto a mia madre” ha detto Ramla, “Ha subito dei traumi incredibili come madre. Una madre cerca sempre di essere coraggiosa e di dimostrarsi forte nei confronti dei suoi figli: ma avremmo potuto concederle di essere vulnerabile senza giudicarla, se solo avessimo saputo cosa ha passato“.
La famiglia si è poi stabilita a Londra, dove il padre lavorava come operaio edile.
Ramla ha iniziato a praticare boxe attorno ai 12 anni come metodo per perdere peso dopo essere stata bullizzata per la sua forma fisica. Ricorda di non aver fatto sparring fino ai 17 anni: “Me le hanno date di santa ragione. È in quel momento che capisci che la boxe fa per te. Mi piaceva davvero, per quanto questo possa risultare sadico. Perché mi spronava a tornare e migliorare. Sapevo che sarebbe arrivato un momento dove le avrei date anche io ad avrei ottenuto il rispetto che volevo“. Così ha continuato a subire numerose punizioni sul ring, finché le cose sono cambiate: “C’è stato un momento in cui le posizioni si sono invertite e sono diventata la più forte. È stata una bella sensazione“, ricorda Ramla.
I suoi genitori non volevano che praticasse pugilato, così Ramla ha tentato di nascondere la sua fiorente carriera dilettantistica: ma a volte tornava a casa con dei lividi che tradivano dove fosse stata. Per anni ha pensato che il loro dissenso fosse a causa della loro religione: i suoi genitori erano stretti osservanti e probabilmente non volevano che una ragazza mussulmana praticasse uno sport agonistico. Di recente, tuttavia, la madre ha spiegato che era preoccupata per la violenza di questo sport, unita al passato terribile vissuto in Somalia: “Mia madre ha detto che aveva fatto di tutto per portarci via dal pericolo ed io mi ci ero ficcata dentro da sola” ha detto Ramla, “era veramente preoccupata per la mia incolumità“.
Come dilettante Ramla Ali ha ottenuto importanti successi, vincendo i campionati nazionali Novice 2015 in Inghilterra, i campionati nazionali England Boxing Elite 2016, i Great British Championships 2016 e il titolo dei pesi piuma della zona africana nel 2019.
Inizialmente rappresentante dell’Inghilterra, Ramla Ali ha rappresentato la Somalia nel 2018 ai giochi olimpici per dare un contributo positivo alla promozione del paese. È diventata la prima pugile a vincere una medaglia d’oro internazionale per la Somalia e, successivamente, ha partecipato alle Olimpiadi estive del 2020. Nonostante abbia perso il suo primo incontro, Ali ha fatto storia diventando la prima pugile somala a competere sulla scena olimpica.
Non esisteva una federazione olpimpica in Somalia, così lei e suo marito e coach Richard Moore hanno provveduto a crearne una ad hoc. Per un po’ la federazione è stata costituita da solo loro due. “È stata una avventura folle” ha ricordato Moore. I due hanno viaggiato il mondo per combattere nei vari tornei e qualificarsi per i Giochi, finanziando le loro attività con i proventi da modella di Ramla.
Ramla ha ammesso che il suo piano di rappresentare la Somalia è stato pensato inizialmente per un tornaconto personale. Qualificarsi come una pugile solitaria proveniente da una nazione senza avversari sarebbe stato molto più facile che guadagnarsi il posto in Gran Bretagna tra tanti altri competitor. Tuttavia dopo aver lanciato l’idea ha cominciato a ricevere messaggi di approvazione da esuli somali da tutto il mondo che la esortavano a rappresentare la loro nazione. “Grazie a te, mia figlia ha iniziato a fare karate, o taekwondo” le dicevano. Ricorda di aver combattuto a Nuova Delhi nel 2018 ai World Boxing Championships ed aver visto immigrati somali sventolare la loro bandiera durante il suo match. “Per questo era ed è per me importante rappresentare la Somalia“.
La carriera da pugile professionista di Ramla Ali è iniziata il 31 ottobre 2020, quando ha ottenuto una vittoria ai punti contro Eva Hubmayer alla The SSE Arena di Londra. Nello stesso luogo ha celebrato la sua seconda vittoria un anno dopo, il 20 marzo 2021, battendo ai punti Bec Connolly.
Nel 2021 Ramla Ali ha rappresentato la Somalia ai Giochi Olimpici di Tokyo, ottenendo così finalmente l’approvazione della sua famiglia.
Ramla chiuderà l’anno alla grande con altre due vittorie da professionista: la prima contro Mikayla Nebel, per decisione unanime, il 29 maggio 2021 alla Michelob Ultra Arena di Paradise, in Nevada; la seconda contro Isela Vera, stesso verdetto, il 27 novembre 2021 all’Hulu Theater di New York City.
Ma anche il 2022 sarà un grande anno per Ramla, iniziato battendo per KO Shelly Barnett al Galen Center di Los Angeles, in California.
Il 9 luglio seguente Ramla Ali ha battuto ai punti Augustina Rojas alla The O2 Arena di Londra: nello stesso anno, il 20 agosto, ha raggiunto un altro traguardo storico sconfiggendo la pugile dominicana Crystal Garcia Nova in un match professionistico tenutosi in Arabia Saudita. Si è trattato del primo match di pugilato femminile nella storia del paese.
A febbraio 2023 Ramla Ali ha sconfitto ai punti l’imbattuta australiana Avril Mathie, nella undercard di Amanda Serrano vs Erika Cruz.
Ramla ha detto di essere stata spesso sul punto di visitare la Somalia ma di aver dovuto cancellare varie volte la prenotazione del viaggio a causa dello scoppio di vari focolai di violenza nel paese. Ancora si dice indecisa sulla sua partecipazione alle Olimpiadi di Parigi del 2024.
Ramla ha anche pubblicato un romanzo intitolato “Not Without A Fight“, pubblicato da Merky Books e Penguin Random House, che si basa su dieci dei suoi incontri più importanti ed è stato pensato come libro di auto-aiuto. Inoltre è stato annunciato che il produttore candidato all’Oscar e vincitore del BAFTA Lee Magiday sta lavorando a un film drammatico basato sulla vita di Ramla, in collaborazione con Film4.
Nel 2018 Ramla ha fondato il Sisters Club, una organizzazione no profit che offre lezioni di pugilato alla popolazione femminile facente parte di minoranze etniche o religiose o vittime di violenza domestica, che spesso faticano ad inserirsi in gruppi di fitness.
“Abbiamo istruttrici preparate a comprendere la sensibilità di tutte le donne che si presentano“, dice Ramla. “Le lezioni sono a porte chiuse ed i corsi sono preclusi agli uomini. Si tratta di uno spazio sicuro dove le donne possono sentirsi libere di creare una ‘sorellanza’ e di migliorare la loro salute fisica allo stesso tempo“. Il Sisters Club, che ora si è allargato in 4 punti a Londra, ora offre anche lezioni di basket ed ha già aperto una sede a Los Angeles. Una nuova sede sta per essere inaugurata a Fort Worth, in Texas. L’organizzazione no-profit è supportata da collaborazioni con marchi noti come Nike, Sports Direct e Everlast.

Ramla Ali con il suo marito, allenatore e manager Richard Moore
Ramla Ali ha deciso di destinare il 25% dei suoi guadagni nel primo anno di carriera come pugile professionista per sostenere Black Lives Matter.
Oltre ad essere una pugile professionista Ramla vanta una carriera di successo come modella, avedo partecipando a campagne pubblicitarie per importanti marchi come Nike, Beats By Dre, Coach, Brunello Cucinelli, Dior e Cartier. È stata presente sulla copertina di prestigiose riviste come British Vogue, Grazia, Wall Street Journal, Financial Times, Guardian Observer e molte altre. È stata inoltre fotografata per pubblicazioni di livello come Time Magazine, Spanish Vogue, NY T Magazine e altre riviste di settore. A maggio 2022 è stata invitata al Met Gala ed ha sfilato sul red carpet assieme a nomi come Lizzo, Gigi Hadid ed Alicia Keys. Spesso Ramla mette in agenda il suo lavoro da modella subito dopo un match, prima di iniziare ad allenarsi per il seguente evento. Nel 2021 si è presentata ad un photoshoot di Dior dopo un match con sei punti in viso. Suo marito Richard Moore racconta che per la copertina di Vogue hanno fatto di tutto per nasconderle un occhio nero.
A tutt’oggi Ramla è una delle poche donne al mondo a riuscire a coniugare l’attività di modella con quella di pugile di alto livello. Moore riporta che il suo ultimo photoshoot nei Caraibi per un importante brand internazionale le avrebbe fatto guadagnare più di quello che ha ricevuto negli ultimi suoi quattro match, ma Ramla ha rifiutato perché avrebbe interferito con l’allenamento. “Per ora più o meno funziona” dice Moore. “La magia non è ancora svanita. Prima o poi ci manderanno a quel paese“.
Ramla Ali è stata selezionata per comparire tra quindici donne sulla copertina del numero di settembre 2019 di British Vogue curato dalla duchessa Meghan, per celebrare le donne che hanno fatto una differenza nel mondo e che continuano a lottare per l’uguaglianza e l’empowerment.
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