Stevie Ray: dalla UFC, alla depressione, la povertà ed il ritorno alle MMA, fino al premio milionario in PFL
Steven Ray, classe 1990, ha raccontato la sua lunga battaglia contro la depressione dal momento in cui ha appeso i guanti UFC al chiodo fino alla finale della Professional Fighters League con in palio un premio da 1 milione di dollari.
L’ex star dell’UFC ha sconfitto l’ex campione del mondo Anthony Pettis per la seconda volta in sei settimane venerdì 5 agosto 2022 all’HULU Theatre del Madison Square Garden guadagnandosi così l’accesso alla finale della Professional Fighters League, dove affronterà il canadese Olivier Aubin-Mercier in un match con in palio una borsa dalle sette cifre.
Si tratta del quarto match in pochi mesi che ha consentito al fighter di risolvere ampiamente i suoi problemi economici.
Questi successi non sono arrivati con facilità e senza fatica: infatti nel 2020, all’apice della sua carriera, un bollettino medico arrivato come una doccia fredda avrebbe bruscamente interrotto la sua ascesa. Il cronicizzarsi dei problemi al ginocchio avevano infatti spinto numerosi specialisti ad intimargli di interrompere la sua attività sportiva e ritirarsi dalle MMA.
Il fighter ha quindi spiegato come abbia dovuto combattere contro la depressione ed il gioco d’azzardo quando ha preso la dura decisione di ritirarsi prematuramente dalle MMA.
Solo poche settimane prima Ray aveva battuto il veterano Michael Johnson nella sua più grande vittoria fino a quel momento ma il sommarsi dei problemi fisiologici ad alcuni problemi burocratici con il suo visto hanno portato Ray ad interrompere improvvisamente la sua carriera.
Tuttavia in cuor suo sapeva che quella decisione non corrispondeva a quello che realmente voleva ed quindi ha continuato a competere in competizioni di grappling prima di firmare nuovamente con una promotion di MMA, la PFL. E adesso gli manca solo una vittoria per cambiare per sempre la sua vita e quella della sua famiglia.
“Si potrebbe pensare che, avendo appena battuto Anthony Pettis per ben due volte in sei settimane, questo sia il massimo che possa accadere nella mia carriera”, ha spiegato Ray dopo il combattimento. “Ma ad essere onesto c’è di più ed ho un po’ di cose da raccontare riguardo ciò che mi è successo due anni e mezzo fa.”
“Ho vinto il più grande incontro della mia carriera fino a quel momento, battendo Michael Johnson a Singapore e ho subito firmato un nuovo contratto di quattro incontri con l’UFC. Tuttavia, subito dopo, la mia carriera è crollata quando mi è stato detto da un dottore che non avrei mai potuto combattere di nuovo e sono stato di conseguenza licenziato dall’UFC senza poter fare quei quattro match.
“Ho dedicato 12 anni della mia vita cercando di arrivare in cima allo sport per provvedere alla mia famiglia, quindi potete immaginare come mi sia sentito in quel momento”.
In quel periodo, Stevie Ray ha dovuto passare attraverso un abisso di depressione, non avendo a disposizione altre possibili entrate per far fronte alle esigenze della sua famiglia.
“La mia macchina si rompeva perché non ne potevo comprare una decente e mi sarebbero servite 500 sterline che non avevo per metterla a posto. Poiché non avevo soldi giocavo d’azzardo cercando di farne un po’ di più. E li perdevo tutti”.
Nel 2019, in seguito alla tragica morte per suicidio del pugile Connor Law di soli 26 anni, afflitto da problemi di depressione, ha rilasciato un toccante video dove affrontava i problemi mentali ai quali una persona può andare incontro.
Aspettando la nascita del suo terzo bambino, disperatamente a corto di denaro, Stevie Ray è stato sull’orlo del lastrico per molto tempo.
“Mi è stato offerto un altro match ma non avevo un visto per gli Stati Uniti all’epoca e non sarei riuscito ad ottenerlo, e questo era ovviamente un problema. Ho dimostrato in seguito che si trattava di un errore, un problema nel sistema, anche perché ora ho un visto per gli USA di quattro anni ma all’epoca… non mentirò, ho pianto un po’ quando mi è stato detto che la mia carriera era finita”.
“La quantità di sacrifici che ho dovuto fare: ho quattro figli, ho una moglie, ho un mutuo, molte cose stanno succedendo. Non mi è più permesso di fare il pompiere. Cosa posso fare della mia vita? Sono bravo solo a combattere, non sono davvero bravo in molto altro perché mi sono dedicato così tanto al combattimento che è l’unica cosa che so fare”.
Ma toccato il fondo, passata la pandemia di Covid-19 e ripresi i match in tutto il pianeta, Ray ha affrontato sé stesso, ha preso il coraggio a due mani ed ha deciso di tornare a combattere, sia contro gli avversari in gabbia che contro i suoi problemi fisici e contro la depressione. Inizialmente ha deciso di combattere solamente nel grappling.
Inizialmente, anche dopo aver deciso che sarebbe tornato, Ray non era sicuro se sarebbe tornato o meno a combattere ad alti livelli. Si è allenato duramente nella palestra Higher Level Mixed Martial Arts, facendo il pendolare da Whitburn a Fife ogni giorno per raggiungere la sua forma attuale.

È così riuscito a superare i suoi problemi al ginocchio ed alla fine è tornato in gabbia, risorgendo da un periodo buio della sua vita per guadagnarsi un posto negli spareggi sottomettendo Pettis. E ora è in finale dopo aver battuto ancora una volta l’americano ai punti sui tre round.
“Non è solo questo quello che ho fatto”, ha detto Ray riferendosi alle vittorie. “E’ quello che ho dovuto superare nei due anni e mezzo per poi tornare in gabbia”.
“Ed eccomi qui, ho appena combattuto tre volte in quattro mesi e ora sono a un passo dal milione di dollari e dalla vittoria del titolo mondiale. Gli ultimi tre anni della mia vita sono stati come delle montagne russe”.
Contro tutte le aspettative, lottando contro ogni avversità che la vita gli ha messo contro, Ray è tornato in grande stile ed ora è a solo una vittoria di distanza dalla vittoria che potrebbe cambiargli la vita: un esempio di forza d’animo da imitare.
In questo, lo scozzese ha già vinto.
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