TEAM MULE’ ANTIDOTO CONTRO IL BULLISMO
Quando s’insegna un’arte marziale, la prima regola da tenere ben a mente, è quella di trasmettere ai propri allievi che le tecniche apprese, all’interno del dojo, verranno utilizzate solo per difendere la propria e l’incolumità degli altri, e mai per aggredire per primo.
La potenza degli insegnamenti racchiusi nelle principali tecniche di base del taekwon-do tradizionale va perfino oltre questo concetto. Una famosa scuola di quest’arte marziale coreana si trova a Vinovo, (TO) stiamo parlando dell’associazione sportiva dilettantistica Team Mulè, affiliata alla prestigiosa ITF Union rappresentata per l’Italia dal Gran Master Martella (IX dan e allievo diretto del fondatore Choi Hong Hi e assistente dello stesso in svariati stage e seminari in giro per il mondo).
Anche la scelta dell’Ente di Promozione Sportiva non è da meno, ossia la Libertas capitanata dalla Prof.ssa Lanza presidente del Centro Regionale del Piemonte.
In un primo momento può sembrare che ci sia un incompatibilità, come può uno sport da combattimento che insegna a difendersi con calci e pugni sostenere una simile teoria? Essere una persona forte, non vuol dire essere necessariamente violento.
“La non violenza ha come principio cardine, quello di battersi, gestendo al meglio, la situazione che circonda la presunta vittima, ma soprattutto le proprie emozioni. Continua Alfredo MULE’ – Si tratta di acquisire il quarto principio su cui si basa la teoria del taekwon-do, l’autocontrollo”.
Il suo insegnamento in primis è quello di sottrarsi dalle provocazioni dei bulli, ma prima di riuscire ad applicare serenamente ogni qualsiasi tecnica di calci e pugni, il MULE’ lavora nel costruire l’autostima e una fiducia nelle capacità di ogni singolo allievo. Questo e l’abc di ogni arte marziale che si rispetti, rinforzare non solo il corpo, ma la mente.
Si lavora attraverso la pratica, poi quando si acquisisce un discreto controllo del muovere il proprio corpo nello spazio, l’allievo progredisce con il “tul” successiva, ovvero la relativa forma per il passaggio di cintura successivo.
Dal rispetto delle regole, dei compagni e del maestro, inequivocabilmente nasce quella sorta di gratitudine per gli insegnamenti ricevuti. Un valore questo, ormai in via di estinzione nella nostra società. Un ragazzo capace di provare rispetto e gratitudine andrà sempre incontro alla vita a testa alta. Saprà rispettare gli altri e farsi rispettare, e difficilmente diventerà un bullo o la vittima designata dal branco.
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