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La dieta dei combattenti nell’epoca greco romana

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La dieta dei gladiatori, degli atleti e dei combattenti nell’epoca greco romana

Gli atleti di oggi sono spesso seguiti da nutrizionisti, dietologi, medici e preparatori che ne curano in maniera metodica e sistematica l’alimentazione per garantire il massimo rendimento ed il giusto bilanciamento tra apporto calorico, bilanciamento energetico, valori nutrizionali ed in genere le necessità sotto gara e lontano dai match.


Analizzeremo qui le abitudini alimentari dei “fighter” antichi (gladiatori, atleti, militari) nel periodo greco-romano nella zona del bacino del mediterraneo.

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Gli antichi combattenti greco-romani, spartani, persiani, non avevano il supporto della scienza moderna che doveva ancora scrivere la maggior parte della sua storia: si affidavano quindi all’esperienza diretta (spesso tramandata per via orale) ed alle indicazioni dei padri della medicina, come Galeno di Pergamo (nominato “medico dei gladiatori” e medico personale di Marco Aurelio) che nel II secolo d.C. ha scritto il testo “Peri leptynouses diaites” (“La dieta dimagrante“), testo le cui basi sono ancora valide tutt’oggi, se contestualizzate e ripulite dalle inevitabili, pioneristiche ingenuità.


Partiamo dall’assunto di base, che farà sgranare gli occhi molti “fighter” odierni: con ogni probabilità i gladiatori seguivano una dieta prevalentemente vegetariana.

Uno studio del 1993 del Dipartimento di Medicina Forense presso la MedUni di Vienna, in collaborazione con il Dipartimento di antropologia dell’Istituto di Medicina Forense dell’Università di Berna pubblicato su PlosOne ha analizzato dei resti di 53 individui vissuti tra il II ed il III secolo d.C.: tramite spettroscopia sono stati rilevati e misurati isotopi stabili di carbonio, azoto e zolfo presenti nel collagene delle ossa e calcolati i livelli di stronzio e calcio contenuti nella parte minerale dei resti, confermando così l’origine vegetale del loro pasto

Chiaramente il tipo di alimentazione variava a seconda del livello sociale del combattente: a seconda che fosse di un prigioniero di guerra, di un condannato a morte, uno schiavo o di un gladiatore “di professione” il combattente poteva aspirare ad una alimentazione qualitativamente tanto più elevata quanto più alto fosse il suo rango


Da alcune fonti storiche scritte emerge l’utilizzo di una dieta particolare chiamata “gladiatoriam saginam” basata su orzo e fagioli: infatti i combattenti erano chiamati “hordearii”, ossia “mangiatori di orzo”. Tale dieta veniva integrata con un utilizzo regolare di legumi e cereali come grano, miglio e farro.

I gladiatori inoltre si sostentavano anche con focacce di farina d’orzo riempite di miele, fichi ed olio che apportavano un buon apporto energetico prima dei combattimenti.

I bassi livelli di azoto riscontrati nelle analisi dei resti fanno pensare ad una scarsa attitudine al consumo di proteine animali: carne, pesce infatti venivano da attività “onerose” (caccia e pesca) e la loro conservazione era un problema quindi i loro prodotti erano destinate solo ai combattenti di rango più elevato.


Sembra che i gladiatori bevessero spesso degli infusi a base di ceneri di piante officinali, come il fieno greco (pratica riportata anche da Plinio il Vecchio), dalle proprietà rinvigorenti ed antinfiammatorie. Secondo lo studio presumibilmente queste bevande sopperivano anche alla carenza di minerali come calcio, zinco e magnesio, non assunti attraverso altri alimenti.

I formaggi, ottima fonte di proteine ​​e calcio, erano un alimento particolarmente importante nell’antica Grecia e spesso accompagnavano o costituivano la portata principale. Le sue proprietà erano note: oltre a rafforzare muscolatura ed ossa il formaggio limitava l’azione dello zucchero sui denti ed una buona dentatura era fondamentale per i “fighter” dell’epoca che non potevano contare sulle cure dentistiche odierne. Curiosamente, le loro credenze erano fondate: duemila anni dopo verranno confermate da numerosi studi, tra i quali uno dell’autorevole General Dentistry, la rivista dell’Academy of General Dentistry (AGD), la più prestigiosa associazione di settore del Nord America.

Fuori dal contesto del lanista (il “manager” moderno, proprietario della palestra dove i gladiatori romani imparavano l’arte della “Gladiatura”), il combattimento rivestiva un ruolo fondante nella società, che all’epoca scandiva i suoi tempi tra pace, guerra e le celebrazioni atletiche e religiose che si svolgevano principalmente ad Olimpia, ma anche a Delfi, Nemea, Corinto, Alessandria e Atene. 


Claudio Eliano sostiene che il primo atleta a seguire una dieta formale fu Ikkos di Taranto, un vincitore del pentathlon olimpico, presumibilmente nel 444 aC.

Tuttavia già si diceva che il campione olimpico di lotta (dalla sessantaduesima alla sessantaseiesima Olimpiade) Milone di Crotone mangiasse venti libbre di carne e venti libbre di pane e bevesse otto litri di vino ogni giorno.

Pankration fighter atleta dieta - Kombatnet Blog

Si narra inoltre che in precedenza gli atleti praticassero la ξηροφαγία xērophagía (da ξηρός xēros, “secco”), una dieta a base di cibi come fichi secchi, formaggio fresco e pane. Pare che un tal Pitagora (non si sa se si tratti del filosofo o di un maestro di ginnastica con lo stesso nome) fu il primo a indirizzare gli atleti a mangiare carne.


Gli allenatori del tempo (i nostri moderni “coach“) hanno poi imposto alcune regole dietetiche standard: per essere un combattente olimpico vittorioso, a loro dire, “devi mangiare secondo le regole, stare lontano dai dolci (…); non devi bere acqua fredda né puoi bere un bicchiere di vino quando vuoi“. 

Poco lontano, a Sparta l’alimentazione dei veri soldati differiva di poco da quella romana.

Gli spartani consumavano, a differenza dei romani, una particolare zuppa detta Melas Zomos (“Zuppa Nera”) costituita da maiale cotto in sangue e sale, accompagnata da pane d’orzo, che veniva servita anche ai militari che servivano la polis nelle sue numerose guerre.


Se già in tutta la Grecia il vino (che non era certo assimilabile al vino odierno ed era molto più alcolico) era allungato con acqua per stemperare il sapore forte, bere fino ad ubriacarsi era considerato disdicevole nella rigida società spartana ed il consumo di vino avveniva in maniera assolutamente moderata

Galeno, citato in precedenza, accusava gli atleti del suo tempo di “rimpinzarsi sempre di carne e sangue“, accusa confermata anche dalle memorie di Pausania, generale spartano fratello di Leonida I.

Diversamente dal mondo atletico e dei gladiatori, il mondo militare poteva contare su una alimentazione più ricca, probabilmente grazie anche alle razzie effettuate in battaglia oltre che agli agi riservati ai militari più anziani.


Dieta degli spartani - 300 morso mela Leonida - Kombatnet Blog

I romani (non solo i militari) erano noti per fare tre pasti al giorno: colazione, pranzo e cena. 

Dalla riforma di Augusto in poi i soldati, soprattutto quelli appartenenti ad un rango più elevato, potevano contare su cibi più raffinati dei civili: a colazione spesso si nutrivano con pane, datteri e miele, mentre a pranzo e cena era possibile nutrirsi con carne, pesce ed in alcuni casi anche vino

I legionari meno abbienti erano soliti bere la posca, bevanda estremamente economica, ricavata miscelando acqua ed aceto di vino, talvolta con aggiunta di spezie e miele per migliorarne il sapore.


Gli schiavi, le donne ed i lavoratori dei campi ai quali era vietato l’uso del vino bevevano invece spesso la lora, nome con il quale i romani indicavano il vinello, ricavato facendo passare dell’acqua tra i raspi già puliti dai residui della pigiatura

Diversa era la situazione nel ricco mondo dei generali che guidavano le guerre che infuocavano il Peloponneso: secondo Erodoto, lo storico che descrisse in dettaglio le guerre greco-persiane, quando il comandante in capo spartano Pausania, dopo la vittoriosa Battaglia di Platea, arrivò sul campo dello sconfitto (e ucciso) generale persiano Mardonio:

… ordinò ai fornai e ai cuochi di preparare la cena che di solito Mardonio gustava. Quando Pausania vide i lussuosi lettini da giorno, così come le tavole d’oro e d’argento cariche della maestosa cena, rimase sorpreso. Per scherzo, ordinò suoi servi per preparare un pranzo spartano. La differenza era così grande che rise, chiamò tutti i generali dei Greci e disse loro, indicando i due pranzi: “Greci, vi ho chiamato qui per mostrarvi la stoltezza del Sovrano medio che cena così ogni giorno e si è mosso contro di noi per rubare la nostra povertà”.

Oggi conosciamo molti dettagli nutrizionali della scena di cui sopra, vale a dire che il pasto del generale greco non si distinse dagli opliti che combattevano sotto il suo comando. La razione era a base di bulgur d’orzo e pane d’orzo azzimo, olive conservate in salamoia, cipolle e pesce stagionato avvolto in foglie di fico. Nella bisaccia ogni soldato aveva sale e timo per insaporire il cibo, fichi secchi e forse un piccolo spiedo, per le rare occasioni in cui potesse trovare della carne. La logistica dell’esercito prevedeva anche formaggio di capra, frutta fresca (fichi e uva nel caso della Battaglia di Platea, avvenuta a fine agosto) e vino diluito con acqua per… dare coraggio ai combattenti.


Oltremare le tradizioni culinarie dei “fighter” erano leggermente diverse, complici territorio, latitudine e tradizioni. La cucina persiana di quel periodo è stata molto simile alla moderna cucina iraniana, con una certa influenza greca ed egiziana.

I Persiani, che con le loro vaste e “multinazionali” truppe servivano greci, indiani ed etiopi, erano riforniti dai loro alleati tebani.

Mangiavano spesso pane d’orzo, carne di capra, datteri secchi e mandorle. Tuttavia, la struttura piramidale dell’esercito persiano richiedeva a Mardonio e ai suoi ufficiali di alto rango di gustare anatre e pavoni arrosto, pilaf aromatizzato al cardamomo, caramelle gocciolanti di miele, vino a base di datteri e birra d’orzo forte. In un periodo più recente anche il riso prese piede nella dieta persiana, ma solo dopo la conquista mussulmana


Come si può notare da questa lunga panoramica, siamo ben lontani dai traguardi raggiunti in epoca moderna in ambito nutrizionistico sportivo e militare: molte scelte che all’epoca erano considerate standard oggi sarebbero aborrite dagli studiosi e dagli stessi atleti o militari.

Ciònondimeno, la storia è stata scritta anche da questi combattenti, atleti e soldati, lontani anni luce dai nostri calcoli, dalle nostre pillole, schede di alimentazione, tagli del peso pre-match, Whey serali, plicometrie e pesate settimanali: nonostante tutto l’eco delle loro gesta risuona fino ai giorni nostri.

Fonti:

  • Lösch S, Moghaddam N, Grossschmidt K, Risser DU, Kanz F (2014) Stable Isotope and Trace Element Studies on Gladiators and Contemporary Romans from Ephesus (Turkey, 2nd and 3rd Ct. AD) – Implications for Differences in Diet. PLoS ONE 9(10): e110489.
  • Galenou Peri leptynouses diaites“, Archive.org
  • In vivo dental plaque pH after consumption of dairy products“, Ravishankar Lingesha Telgi 1, Vipul Yadav, Chaitra Ravishankar Telgi, Naveen Boppana
  • Herodotus, The Histories – A. D. Godley, Ed.

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