Intervista a Luca Fontana
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Ciao Luca, grazie per la tua disponibilità!
Grazie a Kombatnet per l’opportunità di parlare del Taekwondo!
Possiamo considerarti una colonna portante del Taekwondo italiano: puoi raccontarci la tua storia marziale e sportiva?
Grazie del complimento ma colonna portante è un po’ troppo, possiamo dire che ho sempre cercato di diffondere il Taekwondo con grande passione e serietà e continuo su quella strada, senza pensare al giudizio di altri.
Ho iniziato Taekwondo quasi 40 anni fa, ho aperto i primi corsi nel 1989, 31 anni fa.
Quella volta il Taekwondo veniva insegnato in maniera completa, mentre oggi,se hai degli agonisti e vuoi farli crescere, devi fare una scelta e allenare per il taekwondo agonistico.
Sono 6 dan di taekwondo WT con diploma FITA e KUKKIWON, 2 dan di Hosinsul KHF 6 dan di kickboxing WTKA. Sono istruttore Internazionale di Tkd, diploma preso in Korea presso il Kukkiwon, Istruttore FITA e istruttore FIKB; sono stato C. T. WTKA 2011/12. Al momento sono TECNICO FITA per la squadra Senior Marchigiana di Taekwondo.
A livello agonistico ho partecipato a gare internazionali sia di combattimento che di forme, come l’Open DI Korea, Open del Brasile, Finnish Open, Festival mondiale del Taekwondo, al World Hanmadang e tanti altri, la scorsa stagione ho vinto il titolo Italiano FITA di forme, nella kick l’ultimo incontro l’ho disputato e vinto a Sheffield nel 2012 l’European Championship WKA WTKA.
Il Taekwondo è una disciplina in continua evoluzione: quali sono le differenze sostanziali rispetto a quando hai iniziato?
Le differenza sono molte… a partire dai regolamenti di gara, cambiati tantissime volte sia nel combattimento che nelle forme, che influiscono, non poco, sul modo di allenare gli agonisti delle varie specialità…
Ogni variazione del regolamento implica un adattamento tattico sul modo di combattere e di conseguenza sul modo di allenare.
Nel combattimento l’entrata dell’elettronica ha portato a tatticismi molto differenti dal passato.
I social network come Kombatnet sono ormai uno strumento di sviluppo imprescindibile per ogni attività e lo sport è uno degli ambiti dove la presenza social fa la differenza: come ti approcci ai nuovi media?
Per quanto riguarda i social sono un vero disastro, li utilizzo poco e male, fortunatamente ho allievi che mi danno una mano… pur non usandoli molto riconosco la grande utilità dei social network come Kombatnet!
Le nuove tecnologie vengono utilizzate anche all’interno della disciplina del Taekwondo, sia in allenamento che in gara: quanto hanno influito nella preparazione e nei risultati sul tatami?
Allenarsi usando nuove tecnologie, come i corpetti elettronici, serve tantissimo a livello di gara.
Nel tempo ti sei cimentato in numerose discipline oltre al Taekwondo ed hai ottenuto risultati importanti anche nella kickboxing: quanto pensi che l’interdisciplinarietà aiuti allo studio di una arte marziale?
Qua bisogna dividere, Arte Marziale è una cosa, Sport da combattimento un’altra….questa premessa la faccio perché l’Arte Marziale “Tradizionale” allena tutte le specialità al suo interno, forme, combattimento, difesa personale con leve articolari etc.
L’agonismo, essendo arrivato a livelli atletici, tecnici e tattici molto alti, invece implica una specializzazione della attività praticata, quindi se sono un agonista di combattimento mi devo concentrare su velocità, esplosività, tattica etc, e non posso disperdere energia per eseguire allenamenti di difesa personale o forme.
Quindi per rispondere alla domanda: l’interdisciplinarietà serve se pratichi un arte marziale e non sei un agonista… Non serve se sei agonista in uno sport da combattimento. Non mi serve imparare a tirare tecniche di gambe se pratico grappling! Faccio eccezione per gli sport da ring dove, per esempio, mi potrebbe servire un allenamento supplementare di pugilato se pratico K1, kickboxing, etc.
Il Taekwondo, come altre discipline, si divide tra ambito marziale ed ambito sportivo in egual misura. Quanto è difficile, o stimolante, conciliare i due aspetti (ad esempio le forme con il combattimento)?
Una volta era così… purtroppo oggi la scelta è: insegno Taekwondo agonistico o Taekwondo tradizionale? E se decido per l’agonismo devo sacrificare l’aspetto Marziale.
Quindi è molto difficile conciliare le due cose se punti ad agonisti di livello.
La Korea per il Taekwondo è probabilmente come la Thailandia per la Muay Thai ed il Giappone per il Karate: sono patrie d’origine di discipline nazionali e detengono il primato per numero di atleti, onoreficenze ed attività nella disciplina. Tuttavia con la globalizzazione i confini si sono un po’ appianati e non è raro vedere atleti di altri paesi salire alla ribalta, infatti il nostro Vito Dell’Aquila si è distinto al Grand Prix di Mosca e volerà alle Olimpiadi di Tokyo. Come vedi il panorama mondiale della tua disciplina?
La Korea è sempre un passo avanti, ma il gap con gli altri paesi oggi si è molto ridotto… Vito dell’Aquila ha agganciato la qualificazione Olimpica con i punti ottenuti nell’ultimo Gran Prix, ma è stato solo l’ultimo step di un quadriennio di grandissimi risultati e tantissimi sacrifici fatti in silenzio e con tanta umiltà, caratteristica che purtroppo non tutti i Campioni hanno… Voglio comunque ricordare anche un altro atleta Italiano qualificato per Tokyo, Antonino Bossolo, atleta Paralimpico di combattimento.
E parlando di titoli recenti va anche ricordato il titolo Mondiale vinto da Simone Alessio nella -74 kg.
Sei particolarmente attivo anche nell’ambito sociale con il campione paralimpico Marco Manzini (autore di un libro sulla sua vicenda umana) che segui e che accompagni nelle gare: raccontaci di questa splendida esperienza.
Lo stimolo che si ha ad allenare atleti come Marco è grandissimo, hanno veramente una marcia in più… Con gli atleti Paralimpici c’è un rapporto che va oltre i ruoli di allenatore / allievo. Marco ha bisogno di stimoli continui ma allo stesso tempo deve schematizzare molto i movimenti ed è importante riuscire a capire quando e se possibile fare un lavoro o l’altro. Poi con Marco facciamo anche un lavoro per stimolare la propiocettività e ultimamente facciamo esercizi optometrici per cercare di rieducare e corregere i difetti dei nervi oculari.
Oltre ad atleti di fama nazionale come Chiara Lani, allieva storica e tua compagna nella vita, alleni anche bambini e ragazzi. Come si nota un campione che sta germogliando e come si coltiva il suo talento?
Prima di tutto lo noti dalla costanza e dall’impegno che ci mette durante gli allenamenti, poi ci possono essere caratteristiche personali più sviluppate rispetto ad altri ragazzi, che vanno cmq allenate per potenziarle…
Sotto la tua guida sono passati numerosi campioni ed atleti di alto livello: qualche nome che ha lasciato il segno e che ricordi con piacere?
Tutti hanno mi hanno lasciato qualcosa, sia di positivo che negativo, tutti mi hanno fatto crescere come Maestro e come persona, quindi ricordo tutti con grande piacere…
Prossimi impegni agonistici?
Abbiamo appena concluso l’INSUBRIA CUP a Busto Arsizio, torneo che dal 2021 diventerà G1, quindi darà punti per il ranking Olimpico, dove abbiamo portato a casa un grande risultato 4° società classificata su 195 società, vincendo 5 ori 1 argento e 1 bronzo.
La prossima sarà l’Interregionale Marche, gara di prova per i Campionati Italiani a categorie Olimpiche di Marzo a Genova.
Grazie Luca per la tua disponibilità!
Grazie a Kombatnet!
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